di Redazione 22 Nov 2024 11:23
Gian Piero Gasperini è intervenuto in occasione della presentazione del libro di Luigi Garlando, "Nel mezzo del pallon di nostra vita". Il tecnico della Dea ha parlato della sua visione di calcio e anche della possibilità di allenare in Arabia Saudita. Vediamo i passaggi più significativi, riportati da TuttoMercatoWeb.
"Il talento è sempre più raro in un calcio che va veloce. Ma è la cosa più bella, la prima cosa che cerchi di notare in un ragazzino delle giovanili: la sensibilità, la fantasia, la facilità di giocata. Eliminare la tattica dal calcio dei ragazzini? No, specialmente quella individuale: fa parte del talento, come un giocatore gestisce la posizione del corpo, il controllo, la protezione del pallone. Il calcio è complesso e fatto di tanti ingredienti che vanno combinati fra loro per comporre una squadra vincente".
"Ho creduto anni fa in certe idee che oggi si sono diffuse, specialmente su come sia per me il modo migliore per difendersi. Ma nel calcio non esiste il copyright, si prendono e si adattano idee. Molto mi viene detto sul gioco uomo a uomo a tutto campo, poco sul fatto che le mie squadre facciano tanti gol. Presto per dire se accetterei i soldi dell’Arabia Saudita, ma negli scorsi anni c’è stata la possibilità, ma non ero mentalmente pronto e avevo un impegno".
"Gioco o risultato? Il calcio rimane uno spettacolo: quando hai stadi così pieni devi offrire a chi paga qualcosa che piace. Ci sono state tante filosofie, c'è stato un periodo in cui contava solo vincere. Ma io credo che una più alta possibilità di vincere derivi proprio dal buon calcio. Queste sono filosofie che poi si radicano. Io non ho mai avuto dubbi: quando una squadra si esprime bene ha più chance di vincere. Ognuno ha dei propri record e dei traguardi da raggiungere: quando si riesce a superare se stessi c'è una grandissima vittoria. E il calcio insegna anche a perdere e a ripartire, creando un nuovo obiettivo".
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