Il destino, certe volte, è davvero crudele...

A volte, quando tutto sembra andare perfettamente, quando tutto sembra seguire la direzione giusta, arrivano i colpi più duri da incassare. Marten De Roon è uno dei simboli della storia recente dell’Atalanta, in un percorso iniziato l’11 luglio del 2015 e che ha visto crescere esponenzialmente non solo il giocatore stesso, ma tutta la società bergamasca, in ogni ambito. L’olandese è arrivato in una squadra classificatasi 17ª nella stagione precedente e ha vissuto tutta la “Golden Era” di Gian Piero Gasperini, un periodo pieno di gioie che troverà il suo apice mercoledì sera, in finale di Europa League, contro il Bayer Leverkusen. La partita più importante della storia dell’Atalanta, la partita che De Roon ha sempre sognato di giocare con questi colori, ma in cui purtroppo, non potrà esserci. Il colpo più duro da incassare, anche per un guerriero come lui. 

De Roon, l'Atalanta nel cuore da sempre 

L’olandese arriva all’Atalanta nell’estate del 2015, acquistato dall’Heerenveen, con cui nelle tre stagioni giocate, dimostra di essere un giocatore molto interessante. Alla Dea trova Edoardo Reja in panchina e l’allenatore nel corso della stagione dimostra di avere tanta fiducia in lui: 36 presenze in campionato (nessun giocatore di movimento più di lui), gol all’esordio in Coppa Italia nel rotondo 3-0 al Cittadella e tante prestazioni convincenti. A fine stagione sarà 13º posto in campionato. 

Nell’estate del 2016, però, all’Atalanta arriva un’offerta ghiotta, quasi irrinunciabile. 14 milioni di euro dalla Premier League, per l’esattezza dalla neo-promossa Middlesbrough, colpita dal rendimento del centrocampista classe 1991. La Dea registra un importante plusvalenza per un giocatore pagato solo 1,5 milioni di euro un anno prima. Nel frattempo a Bergamo arriverà Gian Piero Gasperini alla conduzione tecnica. De Roon non nasconderà mai di avere ancora i colori nerazzurri nel cuore e dopo la retrocessione degli inglesi in Championship a fine stagione, il cerchio non può che chiudersi in un solo modo, con il ritorno all’Atalanta, il ritorno in quella che ormai è casa sua. A Bergamo troverà una situazione ben differente da quella lasciata: Gasperini porterà la Dea a giocarsi l’Europa League, dopo un incredibile 4º posto in Serie A. 

È l’inizio di un ciclo storico, un ciclo che continuerà anche a distanza di anni e che vedrà “l’olandese volante” essere uno dei pilastri del sogno atalantino. Lui che dal primo giorno è stato innamorato dell’ambiente bergamasco, lui che ha lottato, gioito, sofferto e anche fatto divertire tanto i fan con le sue uscite sarcastiche sui social. De Roon ha vissuto tutto questo, ma per uno scherzo del destino non potrà vivere la serata più importante della storia dell’Atalanta. 

De Roon, il grido di dolore 

De Roon aveva probabilmente già capito nel corso del match contro la Juventus, accasciandosi al suolo e scoppiando in lacrime, che non sarebbero arrivate buone notizie dai successivi accertamenti medici e, purtroppo, non aveva sbagliato. Oggi ha pubblicato sui suoi social un post con parole toccanti, quasi strazianti per tutti i tifosi della Dea.

“Qualche giorno fa non avrei mai pensato di scrivere queste parole: non potrò giocare la finale di Europa League. Quella che avrebbe dovuto essere la settimana più importante della mia carriera, è diventata il mio più grande incubo. È difficile anche perché non voglio mettere troppa negatività davanti al sentimento: l’orgoglio che provo per la squadra, la città di Bergamo e i tifosi per essere arrivati a giocare questa finale. Quest’orgoglio dovrebbe sovrastare la mia tristezza, la frustrazione e la rabbia. Ma è molto difficile. Era difficile da credere: eravamo in finale di Coppa Italia e in finale di Europa League. Ho visto i miei compagni correre come nessun altro, ho sentito i tifosi cantare come nessuno mai ed è un’emozione che ricorderò per sempre. Guardate la mia faccia quando entro in campo. È semplicemente pura felicità. Il mio viaggio finisce, ma il viaggio dell'Atalanta continuerà... Mercoledì prossimo andrò a Dublino, rimarrò con i ragazzi, dal fischio d’inizio come faccio normalmente, ma una volta iniziato il match non potrò fare nulla in campo. Griderò più forte che posso. Grazie a tutti quelli che hanno mandato un messaggio e restano solo due parole da dire: Forza Atalanta. “ 

Il primo soldato di Gasperini, diventato capitano e bandiera di una realtà fantastica come quella della Dea. In campo non potrà esserci, ma sarà vicino come sempre ai suoi compagni di squadra e tiferà come non mai per quello che ormai, è il suo più grande amore. Il destino, certe volte, è  davvero crudele…

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