di
Redazione
9 Feb 2025
19:29
Ogni settimana la stessa storia. Il Var doveva portare chiarezza, ridurre gli errori, rendere il calcio più equo. E invece ha finito per moltiplicare le polemiche, ingarbugliare le interpretazioni e rendere il gioco più frammentato e meno comprensibile. Non c’è giornata di campionato che non lasci dietro di sé uno strascico di proteste, interviste polemiche e discussioni infinite su cosa sia fallo, cosa sia rigore e cosa debba essere rivisto. E a questo punto la domanda sorge spontanea: ma ne vale davvero la pena?
L’ultimo a esprimere dubbi, e nemmeno troppo velatamente, è stato Gian Piero Gasperini. Uno che raramente si nasconde dietro frasi di circostanza, e che in questo caso è andato dritto al punto: il Var non ha migliorato il calcio, lo ha solo peggiorato. Ha creato confusione su falli e contrasti, ha stravolto il modo di giocare, ha cambiato lo spirito stesso del gioco e, anziché ridurre le discussioni, le ha triplicate.
Un giudizio netto, che in questi giorni trova sempre più consensi. Perfino Simone Inzaghi, non certo un amico di lunga data di Gasperini, si è trovato sulla stessa linea d'onda. Anche il tecnico dell'Inter, dopo il derby, ha puntato il dito contro l'utilizzo del Var, lamentando una gestione poco chiara e l'ennesima decisione discutibile. Se due allenatori che si sono spesso punzecchiati in passato arrivano a dire la stessa cosa, forse la questione non è più una semplice coincidenza.
Di fatto, il Var non ha reso il calcio più giusto, ma solo più complicato: il problema non è tanto la tecnologia in sé, ma il modo in cui viene applicata. Un episodio viene analizzato nei minimi dettagli, un altro identico viene ignorato. Un rigore è netto in una partita, inesistente in un'altra. Gli arbitri sembrano sempre più condizionati, più insicuri, più dipendenti da un protocollo che invece di aiutarli li complica. E intanto il calcio perde fluidità, ritmo, istinto. Ogni partita è scandita da attese, check infiniti, decisioni che sembrano cambiare in base al contesto e all'arbitro di turno.
E allora, viene da chiedersi: tutto questo sta davvero migliorando il calcio? Perché ormai si parla più di Var e regolamenti che di gioco e gol. Gli allenatori non sanno più cosa aspettarsi, i giocatori in area di rigore si muovono con il terrore di fare qualcosa che il Var potrebbe rivedere, i tifosi passano più tempo a discutere di moviole che a godersi la partita. Se l’idea era quella di rendere il calcio più giusto, il rischio è che lo si stia solo complicando. E se dopo anni di utilizzo il malcontento è sempre più diffuso, forse è il caso di chiedersi se questa sia davvero la strada giusta.
Di Gianluca Pirovano e Nicholas Reitano
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