di Nicolò Colnago 16 Set 2024 13:01
L’Atalanta farà il suo esordio in Champions League contro l’Arsenal. Il fischio d’inizio è in programma giovedì 19 settembre alle ore 21:00 al Gewiss Stadium di Bergamo. La squadra di Gasperini è reduce dalla vittoria in campionato per 3-2 contro la Fiorentina, trascinata da un’ottima prestazione complessiva del tridente De Ketelaere-Lookman-Retegui, con il nigeriano in splendida forma. Dall’altra parte, i Gunners hanno battuto i rivali del Tottenham nel North London Derby del’ultimo turno di Premier League, grazie al gol di Gabriel sugli sviluppi di un corner.
L’Arsenal è solita scendere in campo con l’ormai consolidato 4-2-3-1 che si evolve in fase di possesso. La “formazione tipo” dei gunners vede Ryan tra i pali e una difesa a quattro composta, da destra verso sinistra, da White, Saliba, Gabriel e Timber. La mediana unisce fisicità, corsa, inserimenti ed interdizione con Declan Rice e Thomas Partey. Sulla trequarti agiscono Saka, Odegaard e Martinelli, mentre il ruolo di centravanti atipico è riservato a Kai Havertz. Per la sfida di giovedì Arteta dovrà fare a meno del proprio capitano Odegaard, costretto ai box da un’infortunio al ginocchio sinistro. Oltre al sostituto del norvegese, l’altro dubbio riguarda la fascia sinistra. Dopo un’ultima stagione al di sotto delle aspettative, Martinelli ha perso la certezza della titolarità nei confronti di Trossard (ha fatto discutere l’esultanza polemica del belga dopo il gol contro l’Aston Villa, proprio a riguardo dello scarso impiego). Con l’arrivo di Sterling nelle ultime ore del mercato, la concorrenza per la maglia da titolare si è fatta ancora più fitta. A destra invece non si tocca Bukayo Saka, uscito però acciaccato dal derby contro il Tottenham.
La partenza di Smith-Rowe in direzione Fulham ha tolto all’Arsenal l’unica vera alternativa di ruolo a Odegaard. Non avendo in rosa un secondo trequartista puro, Arteta dovrà dunque inventarsi qualcosa per porre rimedio all’assenza del norvegese per le prossime partite. Nella gara contro il Tottenham l’allenatore spagnolo ha optato per Trossard al centro della trequarti. Il belga è stato poi sostituto nel secondo tempo da Gabriel Jesus, al rientro dall’ennesima noia fisica. Per la gara di Champions League di giovedì il ballottaggio nel ruolo di trequartista sarà proprio tra questi due. La sensazione è che l’ago della bilancia sia rappresentato dalle condizioni fisiche del brasiliano. In sintesi: se sta bene, gioca Gabriel Jesus (che offre anche la possibilità di interscambio con Havertz), altrimenti spazio a Trossard.
L’Arsenal viene disegnata con un 4-2-3-1 soltanto per “ragioni di grafica”, ma in campo si schiera in maniera ben diversa, sia in fase di possesso che di non-possesso. In costruzione uno tra White e Timber si accentra al fianco di Thomas andando a formare un 3+2 con Gabriel e Saliba. Rice si alza sulla linea dei trequartisti formando una linea a quattro, con i due esterni molto larghi. Ecco che da un 4-2-3-1 si è passati velocemente a un 3-2-4-1. Il punto di forza dell’Arsenal è la fluidità con cui riesce a trasformare la propria disposizione sul terreno di gioco grazie alla duttilità dei suoi giocatori. Dopo l’accentramento di uno dei due terzini, l’altro (diventato nel mentre “braccetto”) va in costante sovrapposizione all’esterno offensivo. In zona palla si avvinca sempre uno tra Havertz e Rice/Odegaard (assente giovedì) a seconda della sviluppo, andando a creare superiorità numerica sull’esterno. Mentre questo accade, la squadra scivola dall’altro lato con il terzino che inizialmente si era posizionato in mediana che diventa “braccetto”. Sul giro palla, avviene lo stesso dall'altro lato. Non è insolito che sia Thomas ad alzarsi sulla trequarti andando a supporto, con Rice che si ferma in mediana. Uscendo un attimo dai discorsi tattici e badando di più alla sostanza, l’Arsenal cerca di attirare il pressing della squadra avversaria con il palleggio. I Gunners cercano spesso di sfondare sugli esterni, contando sulla velocità, e la bravura complessiva, dei suoi esterni. Tuttavia, la squadra di Arteta non disprezza l’attacco diretto alla profondità (vedi il gol di Havertz contro il Brighton). Talvolta il palleggio e lo sviluppo sugli esterni ha come obiettivo quello di liberare spazio centralmente per fare ricevere tra le linee Odegaard, e per i già citati inserimenti dei mediani.
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