di Gianluca Pirovano 8 Apr 2024 12:56
A Cagliari tutti o quasi si aspettavano un'Atalanta diversa. A far male, il giorno dopo la sconfitta in terra sarda, non è tanto il risultato finale, ma la sensazione di aver visto in campo due squadre completamente diverse. Un Cagliari affamato e voglioso di punti, una Dea spenta e sulle gambe. Un peccato, considerando che ci si aspettava dalla squadra una reazione, almeno a livello di carattere, dopo la brutta prestazione in Coppa Italia con la Fiorentina. Niente drammi, comunque. Tutti gli scenari restano ancora possibili e in un momento delicato come questo la prima cosa da fare è stare vicini alla squadra. Però, c'è un però.
Delle tante cose negative portate a casa dalla Sardegna, quella che più facciamo fatica a digerire è la gestione di Mitchel Bakker. L'esterno olandese, entrato al posto di Hateboer a inizio secondo tempo, è stato sostituito all'86' da Ruggeri. Nessun problema fisico, ma una semplice scelta tecnica, come confermato da Gian Piero Gasperini in conferenza stampa. Certo, Bakker non aveva brillato fino a quel momento, ma come lui anche molti altri stavano fornendo una prestazione sottotono. La sostituzione, oltre che mortificante per il calciatore, ha in qualche modo rappresentato al pietra tombale su un amore mai veramente sbocciato, quello, appunto, tra Bakker e il Gasp.
E se dello stato d'animo di un calciatore sostituito dopo essere a sua volta subentrato a qualcuno possiamo anche non interessarci, sono diversi gli aspetti che il cambio visto con il Cagliari porta a galla e che ci fanno dire che sì, il mister in questo caso ha sbagliato e sì, si poteva gestire meglio il momento. In primis, l'Atalanta si è giocata l'ultimo cambio senza poter inserire un calciatore offensivo (si stavano scaldando Miranchuk e Pasalic), che avrebbe fatto sicuramente comodo. In seconda battuta, la Dea dice con ogni probabilità definitivamente addio a un esterno, in un reparto nel quale la coperta resta molto corta, anche considerati i molti impegni ravvicinati. Infine, finiscono sotto i riflettori il mercato e le sue scelte, soprattutto su quella fascia che, ormai dai tempi di Gosens, fa fatica a brillare. Insomma, sarebbe bastato attendere qualche minuto e, magari, regolare i conti nello spogliatoio per evitare ulteriore tensione in un momento tanto delicato quanto decisivo della stagione nerazzurra.
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