Mentalità e coraggio: una grande Atalanta contro un piccolo Milan

Atalanta-Milan 2-1

Chi crede nei segnali che il destino manda in questi giorni sarà felice. Tra l’Olimpico e il Gewiss l’Atalanta ne ha mandati due importanti al campionato, vincendo partite diverse tra loro, ma entrambe profondamente complicate. Lo ha fatto con coraggio e autorevolezza, confermando ancora una volta la crescita esponenziale di un gruppo che sembra in grado di migliorarsi partita dopo partita. A restare impresso, però, del 2-1 al Milan è qualcosa di diverso. 

L’Atalanta è diventata grande col coraggio

Dopo un primo tempo di sostanziale equilibrio, tra due squadre che se la sono giocata alla pari, nella ripresa tutto è cambiato. Da un lato la Dea, che soprattutto nel finale ha saputo alzare il ritmo e ha cercato la vittoria fino all’ultimo. Dall’altro un Milan rinunciatario, che è sembrato rientrare in campo con il solo obiettivo di non perdere. Emblematici, in questo senso, i cambi. Fonseca che, persa la classe e la fantasia di Pulisic, sceglie la sostanza di Loftus-Cheek e abbassa il baricentro. Gasperini (e il talismano Gritti) che di contro trova il coraggio di alzare ulteriormente la squadra. Butta nella mischia Retegui e Samardzic e lascia in campo Lookman, venendo premiato. Una vittoria importante, non solo per la classifica, ma anche per i contenuti. Perché è la vittoria di tutti: della vecchia guardia, con un De Roon che non è mai sembrato così forte, ma anche dei nuovi, con un Samardzic in grado di impattare ancora una volta in maniera decisiva da subentrato, solo per fare due esempi. 

La voglia di vincere, la paura di perdere 

“Non è che la vittoria casca dal cielo. L’Atalanta la cerca sempre, fino alla fine. Non ci mettiamo a perdere tempo, a ritardare l’inizio del gioco, ad andare in terra. Giochiamo la partita per fare risultato, poi magari lo troviamo a pochi minuti dalla fine”, ha detto il Gasp. Non spocchia, ma verità. L’Atalanta ha giocato per vincere, come fanno le grandi squadre. Il Milan ha avuto paura di perdere, come fanno le provinciali. Una rivoluzione, in un certo senso, che rende ancor di più l’idea della dimensione raggiunta da questa Dea, tanto bella quanto sfrontata, perché consapevole della propria forza.

Crediti foto: Atalanta.it

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