di Gianluca Pirovano 1 Giu 2024 19:58
“Bergamo campione d’Europa”. Recita così lo striscione esposto dalla Curva Nord in occasione di Atalanta-Torino e utilizzato anche ieri per accogliere la squadra all’arrivo del pullman scoperto in Porta Nuova. Parole semplici, ma che arrivano dritte al punto.
La straordinaria stagione dell’Atalanta, coronata con la vittoria dell’Europa League, è un premio per tutto il mondo della Dea. Dietro alla parola Bergamo ci sono i tifosi, c’è la squadra, c’è lo staff, c’è la famiglia Percassi e insieme a lei tutta la società. C’è una città intera. E ci sono anche gli ex giocatori, che in questi anni hanno contribuito in prima persona a far crescere l’Atalanta, a farla diventare grande.
Basta tornare indietro soltanto di qualche giorno e pensare all’accoglienza riservata a Duvan Zapata. Al di là del tradizionale butigliù, un abbraccio e un sostegno che si è visto soltanto con i grandi della storia atalantina. E Duvan lo è stato, perché ha contribuito in questi anni a Bergamo, a costruire l’Atalanta che è poi arrivata in vetta all’Europa. E ancora, la videochiamata partita dagli spogliatoi di Dublino verso il telefono di Remo Freuler, un altro che al suo ritorno a Bergamo con la maglia del Bologna è stato accolto come un dio.
Tutto normale. Lo sa la vecchia guardia, lo sanno i tifosi: chiunque sia passato a Bergamo in questi anni ha dato il suo contributo per raggiungere un traguardo che sembrava impossibile anche solo da immaginare. E gli applausi sono per tutti, anche per chi ha scelto o è dovuto andare via. Lo sa anche il Gasp, d'altronde, che nei giorni scorsi ha detto: "Vorrei che domenica prossima tutti i giocatori che hanno indossato la maglia dell’Atalanta, anche per poco tempo, venissero a Bergamo per fare festa con noi. Sono sicuro che i nostri tifosi ne sarebbero felici".
In questi giorni di festa, quindi, è impossibile non pensare a un ragazzo che, proprio come gli altri, ha dato il massimo per la maglia nerazzurra: José Palomino. Fuori dai piani e dalla rosa atalantina ormai da mesi, non è mai apparso nemmeno nelle celebrazioni. Non c’era in casa con il Torino, non c’era nemmeno sul pullman scoperto che ha fatto il giro della città. Legittimo, per carità, ma agli occhi di molti tifosi una nota stonata. Indipendentemente da ciò che è accaduto tra lui, la squadra e la società, stiamo parlando di un calciatore che ha indossato per più di 200 volte la maglia dell’Atalanta e che, di certo, l’ha sempre sudata. Una storia, insomma, che avrebbe meritato un finale diverso.
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