Il difensore dell’Inter ed ex-Atalanta, Alessandro Bastoni, è stato l’ospite speciale dell’ultima puntata del podcast Supernova di Alessandro Cattelan. Il classe 1999 ha parlato dei diversi step della sua carriera e tra questi non è mancato più di qualche riferimento al periodo trascorso con la maglia della Dea. 

Bastoni, le parole sul periodo all’Atalanta 

"Nasco calcisticamente in oratorio ed ero timido, ho fatto il provino all'Atalanta e al cerchio iniziale sono scoppiato a piangere. Mi sono inventato che avevo mal di gola e sono rientrato negli spogliatoi. Facevo fatica a stare in un gruppo. In più non conoscevo nessuno a 7 anni, perché abitavo lontano. Andando avanti poi acquisisci sicurezza in te stesso e diventi più espansivo. Adesso in spogliatoio parlo, non abbiamo il nonnismo che c'era una volta. Nei primi anni di carriera ho avuto anche spogliatoi così, ma sono cose fortunatamente passate. Non c'è più la dinamica di un tempo, che era anche imbarazzante. Io all'Atalanta ho avuto i vari Masiello, Stendardo, Zukanovic. Gente pesante. Ho fatto un tunnel in allenamento e sono dovuto andare via sennò smettevo. Se mi fai un tunnel sei bravo, non devo mica spaccarti una gamba. Adesso c'è anche un po' più di cultura generale rispetto a prima. 

Chi mi ha fatto esordire è stato Gasperini, poi sono andato nel dimenticatoio. Ho giocato molto bene, avevamo vinto 1-0 contro una Sampdoria forte, ma poi sono stato lasciato là... Io avevo 17 anni e non potevo permettermi di dire 'ah'. Finché sei nella squadra in cui hai fatto tutto il vivaio ti vedono sempre come il ragazzino. Fare tutto il settore giovanile nell'Atalanta mi ha fatto crescere tanto, con Mino Favini che penso sia il Pippo Baudo dei responsabili del settore giovanile. Ma andar via quando devi fare il salto è quel che ti salva. Credo che per me sia stata la salvezza”. 

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