Vaccariello (ex-preparatore atletico Atalanta): «La Dea vincerà un trofeo? Le sensazioni sono buone»

L’Atalanta sta facendo sognare i tifosi che attendono trepidanti un finale di stagione da fuochi d’artificio: due finali, in Coppa Italia e in Europa League, nel bel mezzo delle ultime tre giornate di campionato che, in virtù della netta affermazione contro la Roma, potrebbero quasi sicuramente valere un nuovo approdo in Champions League. Tra gli ‘spettatori’ interessati a questo palpitante finale di stagione anche Francesco Vaccariello, founder di Perform Sport Medical Center (insieme al Papu Gomez) nonché responsabile per nove anni dell’area fisica della Dea.

Alla luce della tua ultima esperienza professionale a Frosinone, stagione sportiva 2022/2023, sei stato di recente premiato a Coverciano con il Cronometro d’argento, il riconoscimento come miglior preparatore atletico della Serie B. Un attestato di stima che certifica la bontà del tuo lavoro, non è così?
“È stato molto gratificante ricevere questo premio, ancor di più se grazie al voto espresso da tanti colleghi preparatori.Un attestato di stima non solo per la competenza specifica ma anche per gli aspetti relazionali e di questo sono molto contento”.

Pur essendo giovane, vanti una brillante carriera nel calcio professionistico: Vicenza, Foligno, Atalanta, Perugia, Frosinone e Lione (nello staff di Fabio Grosso) sono i club in cui hai lavorato. Negli anni quanta importanza ha assunto la figura del preparatore atletico?
“Nel calcio di oggi si parla molto di più di metodologia di allenamento e non più solo di aspetti tecnici, tattici o meramente fisici. Ciò ha portato ad una rivalutazione della nostra figura. È un lavoro che deve essere svolto in team grazie ad un sistema che integri in armonia la figura dell’allenatore e quella del responsabile dell’area fisica: ciò che un atleta svolge in campo con l’attrezzo palla non è slegato dalla corsa che fa “per avvicinarsi” alla stessa sotto tutti i punti di vista”.

Nel 2016 insieme al Papu Gomez e ad altri professionisti dello sport hai fondato Perform Sport Medical Center e ancora prima Yourbestrainer, l’associazione preposta allo sviluppo sportivo sul territorio e che opera all’interno del nuovissimo 27Padel di Cristiano Doni, presso il centro sportivo Seriate Sport Lab e nel centro sportivo di Villaggio Sposi(Villaggio dello Sport). La tua mission è trasferire i concetti e metodi del mondo sportivo professionistico alle persone che vogliono prendersi cura a 360 gradi del proprio benessere psicofisico?
“Ho sempre pensato che star bene con se stessi sia fondamentale per star bene anche con gli altri. Questo è un principio, se vogliamo anche con una valenza sociale, che da sempre mi anima sia come professionista, sia come persona. In seconda analisi ciò che è stata determinante è la mia passione per il movimento che coltivo sin da quando ero bambino. Da questa visione, più olistica che analitica, è nata l’idea di Perform, un’idea coerente alla filosofia alla base del mio processo professionale. Perform deriva da “to perform” ovvero aumentare il potenziale individuale per migliorare la vita quotidiana”.

La Dea quest’anno è in corsa su tutti i fronti. Pensi riuscirà a togliersi lo sfizio di un trofeo?
“Non posso rispondere: devi sapere che tra ‘addetti ai lavori’ prevale spesso la scaramanzia. Scherzi a parte, le sensazioni sono certamente buone: la squadra sta vivendo un flusso positivo figlio non solo di quanto fatto quest’anno ma del percorso intrapreso negli ultimi 10 anni. Un percorso iniziato con la famiglia Ruggeri e proseguito con la famiglia Percassi. A livello societario la crescita è stata esponenziale e questo è legato al valore di figure di primissimo piano che negli anni hanno ricoperto incarichi in tutte le varie aree sportive e manageriali creando di fatto il modello Atalanta”.

Rispetto alla tua esperienza con l’Atalanta, durata ben nove stagioni, hai qualche aneddoto da raccontarci? Hai lavorato con tecnici del calibro di Conte e Gasperini (senza dimenticare Gregucci, Mutti, Colantuono, Reja, Nesta e Grosso) e alle dipendenze prima della famiglia Ruggeri e poi dei Percassi. Senza contare i tanti giocatori passati da qui con cui avrai mantenuto un rapporto speciale…
“Sono ancora molto legato alla Dea e alla famiglia Percassi e il fatto che mi sia trasferito a Bergamo con la mia famiglia lo dimostra. Conservo ancora dei bellissimi ricordi della mia esperienza professionale qui: con Gasp, maestro di calcio, per esempio, è fondamentale affidarsi. Quando ti affidi a lui riesce a tirare fuori il meglio di te. Oltre ad una spiccata esigenza ‘prestativa’, ricordo confronti di staff incentrati anche sugli aspetti ‘preventivi e complementari’ per far sì che il picco delle performances perdurassero nel tempo. Confronti che ancora oggi porto dentro e che mi hanno dato l’opportunità di capire quanto e come sia possibile spingere un atleta verso l’apice del suo rendimento. Durante la mia esperienza all’Atalanta ricordo poi un susseguirsi di calciatori di primissimo piano come 
Doni, Ilicic, Gomez, Denis, Mancini, Bastoni, Diamanti, Borriello, Yepes…e moltissimi altri con i quali ancora oggi conservo un sincero rapporto di stima reciproca ed amicizia”.